lunedì 20 aprile 2009

Mille perché


Marco nell’ultimo post parlava di “mille perché”. Forse è un numero che non basta se aggiungiamo i perché dei ragazzi della scuola e degli stessi educatori. Se poi a questi sommiamo quelli degli spettatori diventa inutile contare ancora. Vale la pena però chiedersi, perché tante domande e nessuna risposta? Nei perché c’è il dispiacere per qualcosa che è finito, c’è la paura dei giorni, che siano tutti uguali, come prima, come se nulla fosse successo e nulla fosse cambiato. Molti vorrebbero tornare indietro, riavvolgere il tempo, per rivivere le stesse emozioni. Ma nel frattempo tutti rimangono fermi, come se il rimpianto fosse quello di non poter più vivere, di non poter più amare. Vi lascio con una piccola storia.

Se volete aggiungere qualcosa, che sia una risposta!

La torre verde
In un paese non molto lontano, non molto ma quanto basta, viveva un uomo. Egli aspettava che le cose accadessero, cose come che piovesse o che sbocciasse un fiore. Egli aveva ragione, perché infatti un giorno pioveva e un altro giorno nasceva un fiore. Quando queste cose accadevano, egli sorrideva prima di dire: “Ho fatto bene ad aspettare”.
La casa in cui viveva era circondata da un giardino e da una siepe non molto alta ma abbastanza perché non si potesse saltare per superarla.
Tra una pioggia e un fiore passavano i giorni e l’uomo continuava ad aspettare che le cose accadessero, cose come che la siepe smettesse di crescere o che una donna lo amasse, non molto ma quanto basta. Allora, lui avrebbe detto: “Ho fatto bene ad aspettare”.
Con il tempo e con la pioggia, la siepe continuò a crescere, non molto ma abbastanza, tanto da nascondere prima il giardino e i suoi fiori poi tutta la casa.
L’uomo aspettava, la pioggia no.
Un giorno una donna passando di lì, mentre raccoglieva dei fiori, si trovò dinanzi ad una torre verde. Ella iniziò a girarle intorno per vedere quanto fosse grande, ma iniziò a piovere, non molto ma abbastanza perché la donna dicesse: “Non posso aspettare che smetta di piovere”. Così strinse al petto i fiori che aveva già raccolto e si allontanò dalla torre verde, non molto ma abbastanza da non farvi più ritorno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

lasciar crescere muri o siepi attorno l'anima attendendo che qualcuno si prenda la briga di cercare un varco è sostanzialmente molto stupido e presuntuoso.. se riuscissimo ad esser lucidi abbastanza da analizzare i nostri comportamenti ala luce di questa senplice constatazione, vivremmo tutti molto meglio...Gio.